oggi vorrei finalmente raccontarvi una storia che trovo molto divertente, realmente accaduta.
Vede protagonista la mia bisnonna e, come si potrebbe immaginare, risale a molti anni fa.
è una storia che per il suo esito gira ancora per il paese, e spesso le persone chiedono a chi la conosce bene, che venga raccontato di quella volta che Rosina Arabia se la vide col Gallo.
Questo è il mio primo racconto illustrato, spero vi piaccia
Rosina Arabia era una donna forte e orgogliosa, grande lavoratrice e figlia ben educata.
Era sposata con Salvatore Muto, un ex galeotto che, uscito di galera, si buttò alle spalle il suo passato e decise di mettere la testa a posto. Abbastanza per sposarsi e avere ben sei figli.
All'epoca, oltre alla testa, volle mettere a posto anche il cuore. Così decise di tentare la sorte con Rosina. La ragazza respinse le prime proposte di Salvatore, il quale non si presentava mai di persona, ma mandava sempre qualcuno a chiedere.
Avvicinarsi di persona poteva essere maleducato, soprattutto davanti ai familiari.
Rosina non cedette alle proposte del ragazzo, poichè non vedeva in quella persona il marito ideale. Diceva che non gli piacevano le sue mani bianche e gonfie, rese in quel modo dal tempo passato in carcere nutrendosi di piatti che in quanto a qualità erano ben al di sotto di quelli che poteva trovare sulla tavola di casa sua.

Rosina dovette mettere da parte l'orgoglio e riconoscere che non le avrebbe fatto male sistemarsi con un uomo. Non un uomo qualunque, di quelli il paese ne era pieno.
Ma proprio con Salvatore, il quale poteva vantare una vita molto più agiata rispetto agli altri uomini, poichè possedeva terreni e un indipendenza economica notevole.
Nonostante avesse un passato da galeotto, non si poteva ignorare che fosse un gran lavoratore e un brav'uomo.
Così, tra un rifiuto e l'altro, Rosina finalmente accettò la proposta.
Anche se continuò a ribadire per molto tempo che non le piacevano quelle mani.
Iniziò per i giovani sposi la vita matrimoniale.
Naturalmente ebbero le loro difficoltà, con Rosina e la sua testardaggine da una parte e le provocazioni di Salvatore dall'altra, il quale quando si arrabbiava non mancava mai di sottolineare il carattere testardo della donna, appellando la sua famiglia.
Diceva sempre ''Razza di Arabia!''.

I due sposi entravano in una categoria di persone che potevano permettersi di ingaggiare delle donne perchè sbrigassero le faccende di casa, che andavano dalla pulizia, la cura dell'orto, degli animali, e molte altre cose. Era un lusso che pochi potevano permettersi.
Le due donne che sbrigavano le faccende si chiamavano Domenica e ''Perciudda'', un nomignolo affibiatole da qualcuno.
I servizi di queste donne venivano ripagati con cibo o altri tipi di vivande, non con denaro. Generalmente erano persone abbastanza povere, che dovevano dare da mangiare ai loro figli. Quella era la ricompensa ideale.
I servizi di queste donne, naturalmente, permisero a Rosina di godersi di più il suo tempo e dedicare meno tempo alle faccende di casa. Ormai era diventato un rito.
Un giorno Salvatore, prima di uscire di casa, si raccomandò con Rosina che il gallo venisse ucciso, visto che era ben nutrito ed era il momento di mangiarlo.
Quel giorno però, Domenica e la ''Perciudda'' erano in ritardo. Il tempo passava, si faceva tardi ma le due donne non arrivavano.
Naturalmente spettava a loro uccidere il gallo, Rosina non era in grado di farlo e non se la sentiva di uccidere la bestiola.
Ma presa dalla rabbia, dovette mettere da parte inesperienza e paura, così decise di sbrigarsela da sola. Anche se non aveva idea di come fare o da dove iniziare.
Infatti iniziò a spennare il gallo da vivo.
Il povero pennuto emetteva uno strano e soffocato verso ad ogni piuma strappata. Continuò fino a che non restò nemmeno una piuma addosso al gallo.
Fatto questo, Rosina prese il coltello e afferò la bestia per il collo, per decapitarla. L'inesperienza si fece vedere, visto che ad un certo punto Rosina si accorse che era il suo pollice che stava tagliando, e non il collo del gallo.
Presa dallo spavento e dal dolore lancinante al dito, Rosina mollò la bestia, che si mise a correre per tutto il cortile, come a voler liberarsi dal dolore provato fino a quel momento.
Rosina iniziò ad appellare il gallo in tutti i modi mentre stringeva il pollice insanguinato.
Nel frattempo le due donne arrivarono, con un ritardo spaventoso. Non contenta, Rosina se la prese anche con loro.
Intanto Salvatore era rientrato a casa, in tempo per assistere allo scempio e alla lite in corso. Naturalmente Rosina se la prese anche con lui.
Salvatore rimase allibito quando vide correre per il recinto un gallo nudo e insanguinato, e non capì cosa fosse accaduto.
Rivolgendosi alla moglie, con un misto di rabbia e incredulità, disse:
<<Razza di Arabia, cosa ti ha fatto quel povero gallo per ridurlo in quel modo?>>
Alla fine Rosina non volle più avere nulla a che fare con quella faccenda e lasciò l'incarico a mani più esperte e integre delle sue.
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